“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo, dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

Una corsa per il parto in casa

Una corsa per il parto in casa

IL NUOVO PROGETTO DEL CHUV

Il Centro Ospedaliero Universitario Vodese (CHUV) ha lanciato una ricerca per confrontare le nascite in casa e i parti ospedalieri a livello batterico. David Baud, primario del reparto di ostetricia del CHUV, spiega che lo studio nasce dall’esigenza di cercare delle prove scientifiche a sostegno delle priorità e delle scelte materne. Infatti rispetto al passato è aumentato il numero delle donne che in assenza di complicazioni optano per un parto spontaneo in un ambiente familiare, intimo e protetto.
Secondo Baud, il nuovo studio contribuirà a colmare le lacune della ricerca in ambito ostetrico, che non si occuperebbe a sufficienza dei bisogni delle madri e dei neonati. «Il CHUV – prosegue lo specialista – è molto interessato a tutti i parti fisiologici, perciò presto una casa della nascita sarà ospitata al suo interno». L’obiettivo a lungo termine è di offrire alle future mamme un ventaglio di scelte il più possibile ampio, dal parto in casa al taglio cesareo in ospedale.

LUOGO DEL PARTO, MICROBIOTA E SALUTE

Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sul microbiota, definito come l’insieme dei microorganismi che vivono in simbiosi con il corpo umano. I ricercatori hanno scoperto che il microbiota ha un impatto sul metabolismo, sugli stati psicologici e sul sistema immunitario. I geni del microbiota, chiamati microbioma, sono complementari a quelli dell’uomo e contribuiscono alla regolazione dello stato di salute. La ricerca del CHUV si inserisce in questo filone e ha l’obiettivo di verificare l’ipotesi secondo cui la nascita in casa, a differenza del parto in ospedale, avviene in presenza di una vasta gamma di batteri “familiari” che rinforzano le difese immunitarie, diminuendo il rischio di allergie e di altri problemi di salute. A una conclusione simile è già giunto uno studio realizzato nei Paesi Bassi, secondo il quale all’età di sei anni i bambini nati a domicilio presentano meno manifestazioni atopiche – intolleranze alimentari, eczemi cutanei e asma – rispetto a quelli nati in un ambiente ospedaliero. In particolare, la ricerca ha studiato il ruolo del microbiota nel nesso tra luogo e modalità della nascita e l’insorgenza di disturbi allergici. Rispetto agli studi precedenti, che avevano stabilito una correlazione tra il taglio cesareo e l’incidenza dell’asma, la ricerca olandese riconosce per la prima volta l’importanza del luogo del parto oltre alla sua modalità.
Per poter svolgere il nuovo studio il team guidato da Baud ha bisogno di reclutare una cinquantina di donne – finora si sono annunciate sei volontarie, delle quali tre hanno già partorito. Le partecipanti saranno sottoposte a una serie di prelievi vaginali ed epidermici. Saranno inoltre esaminati campioni della pelle, delle feci e della saliva dei neonati. I prelievi saranno effettuati prima e dopo il parto. L’obiettivo primario della ricerca è di confrontare i microbiomi. La fase successiva consisterà nel seguire lo sviluppo dei bambini nell’arco di più anni.

UN PASSO, UN FRANCO, UNA VITA

Lo studio è interamente finanziato dal laboratorio di Baud. Per raccogliere i fondi necessari a questa ricerca e a nuovi progetti, lo specialista ha lanciato una sfida sportiva. Il 13 ottobre 2018 infatti cercherà di fare il giro del lago Lemano a corsa, avanzando di un passo per ogni franco ricevuto. L’obiettivo è quello di completare i 180 km del percorso, che equivalgono a 180.000 franchi. «La competizione sportiva – spiega lo specialista – mi ha insegnato molto sul mio lavoro quotidiano. In queste corse ci sono dei passaggi a vuoto, durante i quali bisogna attingere al profondo di se stessi per superare i limiti fisici e psicologici». Le donazioni raccolte su www.onestepforlife.ch saranno interamente devolute alla Fondazione per il perfezionamento e la ricerca in ginecologia–ostetricia, che sta portando avanti diversi progetti riguardanti le donne, le madri e i neonati.
Il CHUV si è già distinto in passato per l’attenzione e la sensibilità al tema della medicalizzazione del parto con i suoi effetti. La struttura vodese infatti è la prima e l’unica in Svizzera che ha adottato l’indice di Robson, un sistema di classificazione dei tagli cesarei diffuso a livello mondiale e impiegato per monitorare l’uso dell’intervento. Questo strumento è stato applicato a uno studio retrospettivo sui tagli cesarei eseguiti nella propria maternità tra il 1997 e il 2011. La ricerca conclude che per ridurre il tasso dei parti addominali bisogna incoraggiare il parto vaginale dopo un cesareo (VBAC) e limitare le induzioni prive di indicazione medica.  

Isabella Pelizzari Villa
20 agosto 2018

 

  1. Partorire tra le mura domestiche è meglio?, su http://www.cdt.ch/tempo-libero/curiosita/196941/partorire-tra-le-mure-domestiche-e-meglio
  2. Vous voulez accoucher à la maison? Le CHUV vous recherche, su https://www.tdg.ch/vaud-regions/Vous-voulez-accoucher-a-la-maison-Le-CHUV-vous-recherche/story/29061032
  3. Frederika A. van Nimwegen et al., Mode and place of delivery, gastrointestinal microbiota and their influence on asthma and atopy, in “The journal of allergy and clinical immunology”, November 2011, Volume 128, Issue 5, Pages 948–955.e3, scaricabile da https://www.jacionline.org/article/S0091-6749(11)01148-1/abstract
  4. https://onestepforlife.com/david-baud/
  5. Ahmad Haydar et al., Évolution du taux de césariennes dans une maternité universitaire Suisse selon la classification de Robson, in “Rev Med Suisse”, 13, 2017, pp. 1846–1851, scaricabile da https://nascerebene.ch/files/7015/0995/9266/Cesareo_Robson_con_CR_RMS_580_1846.pdf