“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo, dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

Un posto sicuro per partorire

Un posto sicuro per partorire

Lo sapevamo già e l’abbiamo sempre sostenuto, ma ora è ufficialmente confermato dalle linee guida emanate il 14 dicembre 2014 dal NICE (l'Istituto nazionale per la salute e l'eccellenza clinica del Regno Unito, il più prestigioso al mondo insieme a quello americano). Per le gravidanze normali il NICE raccomanda il parto non medicalizzato, gestito da levatrici, sia a domicilio, sia in case della nascita o in reparti ospedalieri diretti da sole levatrici, perché nei tradizionali reparti di ostetricia medicalizzati il rischio di interventi chirurgici (cesarei e episiotomie) o strumentali (forcipe o ventosa) è superiore. Per le primipare raccomanda la casa nascita o il reparto ospedaliero diretto da levatrici, che comportano comunque meno interventi medici dei reparti di ostetricia tradizionali, mentre per il parto a domicilio avverte che c’è un rischio leggermente superiore di esito sfavorevole per il bambino.
Per accedere alle linee guida del NICE clicca QUI. 

Gli scettici, o coloro che considerano la maternità come un evento a elevato rischio di patologie e dunque un campo riservato alla medicina, potrebbero obiettare che le linee guida del NICE sono legate alla necessità di ridurre i costi dell’ostetricia per il sistema sanitario pubblico della Gran Bretagna. Il motivo è che in tutto il mondo, i costosi interventi chirurgici (cesarei e episiotomie) e medici durante il parto, sono in aumento, soprattutto nelle cliniche private. Ma l’obiezione non regge. Anzitutto perché contenere l’esplosione dei costi sanitari non è un male in sé (è anche uno dei legittimi obiettivi della nuova pianificazione ospedaliera ticinese). Poi non dimentichiamo che se il NICE può permettersi una svolta così radicale, è forse proprio perché non subisce pressioni da categorie professionali o da lobby sanitarie private, poiché nel sistema sanitario britannico questo cambiamento non comporta maggiori perdite o guadagni per i medici o le levatrici visto che generalmente non sono pagati all’atto.

UNA VERA RIVOLUZIONE

Le linee guida del NICE, come pure i 4 studi pubblicati dalla prestigiosa rivista medica “The Lancet” (v. presentazione QUIche mettono al centro del percorso maternità l’accompagnamento della levatrice, invece della sistematica ricerca di eventuali patologie, rappresentano un cambio di paradigma nella cultura della nascita. Infatti, da quasi un secolo, nella maggior parte dei sistemi sanitari dei paesi industrializzati e di quelli poveri, la maternità, pur non essendo una malattia, è stata quasi completamente medicalizzata. La ragione è che ai tempi in cui tutti i parti si svolgevano a domicilio alcuni rischi non erano prevedibili, e la medicina non aveva ancora la possibilità di intervenire in caso di complicazioni. Perciò è apparso più sicuro convogliare tutti i parti in ospedale. Così la mortalità è fortemente diminuita grazie anche ai progressi nella tecnica del taglio cesareo e delle cure pediatriche.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il parto non presenta rischi. Ci sono voluti fior di studi e di ricerche scientifiche per (ri)scoprire che in questi casi, rispettando la fisiologia, si ottengono risultati migliori per la salute psicofisica di madre e bambino.
Inoltre si migliora anche la salute della popolazione (con relativo risparmio a lungo termine per i sistemi sanitari). Infatti, il primo immediato contatto del neonato con i microbi della vagina, della pelle e del colostro della mamma, è fondamentale per la formazione del microbioma, da cui dipende il corretto sviluppo del sistema immunitario che dovrà proteggerlo per tutta la vita da infezioni, allergie, malattie autoimmuni, ecc. Un meccanismo bene evidenziato nel documentario scientifico MICROBIRTH (v. presentazione QUIche la nostra associazione presenterà prossimamente in Ticino in alcune serate pubbliche.

L’IMPORTANTE È SENTIRSI AL SICURO

Nonostante le evidenze scientifiche appena citate, non sarà facile per molti genitori abbandonare improvvisamente la convinzione che l’ospedale sia il posto più sicuro per mamma e bambino, e che la presenza di un medico sia indispensabile. La scelta è soggettiva, dipende da molti fattori e va comunque sempre rispettata, perché la cosa più importante è che durante il parto la donna si senta al sicuro, ovunque si trovi, indipendentemente da ciò che indicano le statistiche. Perciò il cambiamento di cultura della nascita, di mentalità e di pratiche ostetriche sarà lento, ma è importante che almeno gli/le addetti/addette ai lavori e le autorità sanitarie sappiano cosa è necessario per favorire la fisiologia e agiscano di conseguenza. Questo significa creare (anche negli ospedali) le condizioni di intimità e di fiducia che favoriscono la produzione degli ormoni naturali indispensabili al parto (soprattutto l’ossitocina ormone dell’amore, le endorfine, per alleviare il dolore, ecc). Esattamente come per fare l’amore, la donna deve avere tutto il tempo e la libertà di movimento per abbandonarsi agli stimoli del proprio corpo senza inibizioni, senza sentirsi osservata, senza subire interferenze e consegne.
Ecco perché è più facile che ciò avvenga in casa propria o in una casa della nascita, con a fianco la propria levatrice di fiducia e una persona della famiglia e/o il partner e/o una doula.