“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo, dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

Ormoni, imprinting e istinto materno

Ormoni, imprinting e istinto materno

“Gli psicologi hanno stabilito che un fanciullo subisce la maggior parte dei danni psicologici nei primi cinque anni di vita. Forse ci si avvicina di più alla verità dicendo che si può danneggiare per tutta la vita un bambino nei primi cinque mesi, nelle prime cinque settimane, forse persino nei primi cinque minuti di vita.”
Alexander Neill, pedagogo

“Ormone dell’amore”

L’ossitocina che entra nel circolo sanguigno, agisce sulla muscolatura uterina e la mammella. Solo l’ossitocina naturale liberata dall’ipofisi entra però anche nel sistema nervoso, dove agisce sul comportamento e sullo stato emotivo. Induce la calma, riduce lo stress, aumenta la fiducia e l’empatia verso il prossimo. Svolge un ruolo fondamentale nel meccanismo dell’imprinting (osservato da Konrad Lorenz in varie specie animali) che è comune a tutti i mammiferi, umani compresi.

Nella prima ora dopo la nascita, se madre e bambino entrano immediatamente in contatto visivo, pelle-a-pelle, liberano dosi massicce di vari ormoni fra cui l’ossitocina, a condizione però che si evitino sostanze estranee e anestetici. È un fenomeno irripetibile perché l’ossitocina naturale, abbinata alle endorfine (oppiacei che creano piacere e quindi dipendenza), stimola un innamoramento reciproco e duraturo, o attaccamento istintivo (bonding). Nel bambino prolunga il senso di protezione, fiducia e appartenenza vissuto in utero, evitandogli una separazione traumatica che potrebbe condizionarlo inconsciamente nella sua vita.

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Nascita della madre

Nella donna l’ossitocina naturale stimola il desiderio di proteggere il bambino e il piacere di prendersene cura. È una prima importante attivazione dell’istinto materno.

Le femmine degli altri mammiferi, se private di questo meccanismo ormonale a causa di un parto cesareo o di un’anestesia epidurale, solitamente non riconoscono più il loro cucciolo e non se ne occupano. Nelle madri umane ciò non avviene perché in loro è anche profondamente radicato l’archetipo culturale della cura materna che le aiuta a costruire la relazione affettiva col bambino nei primi, cruciali, anni di vita. Ma senza imprinting non è sempre così facile. Forse è anche per questo che alcune madri in difficoltà, magari esasperate dalle incessanti richieste del neonato, rischiano di trascurare o persino di maltrattare i loro bambini.

Rischi a lungo termine

È dimostrato da diversi studi che la nascita è anche un periodo critico per l’interazione fra certi geni e l’ambiente (in senso psicologico). Si è scoperto ad esempio che il parto in anestesia, provocato senza attendere l’inizio del travaglio e la relativa liberazione di ossitocina nella madre, è uno dei fattori che potrebbe aumentare il rischio di disturbi legati all’autismo. Altre ricerche hanno evidenziato una certa correlazione fra il mancato imprinting, dovuto a interventi chimici e/o meccanici alla nascita, e un aumentato rischio di disturbi comportamentali distruttivi o autodistruttivi nell’adolescenza (violenza, suicidio, anoressia, tossicomania, ecc.).