“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo, dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

Perché ANBT invita a votare NO

ANBT invita a votare NO alla modifica della legge sulla pianificazione ospedaliera il 5 giugno 2016

L’Associazione Nascere Bene Ticino (ANBT), che rappresenta l’interesse di molti genitori, è apolitica e aconfessionale, tuttavia eccezionalmente si esprime sul tema della LEOC perché la scelta riguarda proprio i suoi scopi: permettere al maggior numero di bambini di nascere bene, offrendo alle mamme una reale possibilità di scelta fra vari modi di partorire!

SI POTRÀ NASCERE MEGLIO GRAZIE ALLA NUOVA PIANIFICAZIONE OSPEDALIERA?

L’Associazione Nascere Bene Ticino (ANBT), teme di no, perciò invita la popolazione, e in particolare i genitori, a votare NO alle modifiche della Legge sull’Ente Ospedaliero Cantonale (LEOC). Il motivo è che purtroppo le progettate maternità a Sorengo e a Locarno, gestite da società anonime miste fra settore pubblico e privato, non sembrano offrire un reale miglioramento della qualità e della sicurezza per partorienti e neonati. Concentrare in poche strutture (con il sistema del primariato) i parti a rischio e/o con complicazioni, serve a migliorare la qualità dell’assistenza medica, ma per garantire la massima sicurezza e evitare trasferimenti pericolosi, occorre anche avere sotto lo stesso tetto le cure intense e la neonatologia altamente specializzate. Purtroppo questo non è previsto.
Inoltre, come ricorda l’OMS, il parto non è una malattia e le più recenti e incontestabili evidenze scientifiche nel campo dell’ostetricia, dimostrano che, nei casi normali, per la salute psico-fisica di mamma e neonato la qualità è migliore, e la sicurezza è almeno equivalente, quando il parto rimane fisiologico (non medicalizzato) ed è assistito nell’intimità da una levatrice di fiducia, che segue la donna durante tutta la maternità. Potrebbero essere 1000 o più le donne e i bambini che in Ticino ne trarrebbero grande beneficio, così come già avviene nei paesi scandinavi, dove i tassi di mortalità perinatale sono nettamente inferiori ai nostri, e i parti cesarei non superano il 17% (contro il 28% nelle maternità EOC, oltre il 40% nelle nostre cliniche private e 36% in Portogallo, spesso citato ad esempio). Si eviterebbe così di perpetuare un’inutile sovra-medicalizzazione e inutili costi! Per offrire questa scelta sul territorio, occorre però progettare la creazione, nelle nostre maternità ospedaliere, di reparti per il parto fisiologico, gestiti solo da levatrici, come già proposto con una petizione della Federazione Svizzera delle Levatrici (FSL). Purtroppo in questa pianificazione non sono previsti. L’auspicata introduzione dell’ambulatorio per il parto fisiologico all’ospedale Civico e la neonata Casa della nascita di Lugano, con i suoi 20-30 parti all’anno, non possono certo bastare.
L’ANBT, in nome dei genitori che rappresenta, sostiene la posizione della FSL (sezione Ticino) che invita a votare NO alla modifica della LEOC e a votare SI all’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali”, e auspica che dopo il voto del 5 giugno si possa progettare un’ostetricia più conforme ai bisogni delle famiglie e alle raccomandazioni emanate dai più autorevoli enti riconosciuti a livello internazionale.

Motivazioni, approfondimenti e fonti (statistiche e studi)

UN’ OSTETRICIA DI QUALITÀ: PUBBLICA O PRIVATA?

La pianificazione prevede di concentrare la maggior parte dei parti ticinesi in due grandi strutture semi-private gestite probabilmente da società anonime create con la fusione fra le maternità dell’ospedale Civico e della clinica Sant’Anna a Sorengo, e quelle dell’ospedale La Carità e della clinica Santa Chiara a Locarno. Due cliniche con lo statuto di SA che purtroppo vantano tassi di intervento preoccupanti rispetto alle raccomandazioni dell’OMS, come ad es. cesarei che superano il 40% (in entrambe) e episiotomie fino al 42% (S.Chiara). Inoltre non sono sottoposte alle regole della certificazione UNICEF “ospedale amico del bambino” applicate in tutte le maternità EOC, che impongono pratiche di qualità nell’assistenza dopo il parto e per l‘allattamento. Difficile immaginare che certi metodi cambieranno radicalmente, si corre così il rischio di perpetuare un’inutile, pericolosa e costosa sovra-medicalizzazione dovuta anche a incentivi economici, piuttosto che a ragioni mediche. Prova ne sia che in Canada, quando le assicurazioni non hanno più pagato le episiotomie, il tasso è crollato sotto il 10%.

"Indicatori di qualità degli ospedali per cure acute svizzeri" dell’UFSP
Confronto fra ospedali 2013 

 

Parti totale

Parti cesarei

Parti vaginali con episiotomia

EOC

1815 (100%)

27.5%

29%

Salus Medica SA – Sant’Anna

811 (100%)

40.7%

23.5%

Clinica S. Chiara SA

275 (100%)

42.9%

42%

Media Svizzera

 

33%

22.9%

“La césarienne est efficace pour sauver la vie de mères et de nouveau-nés, mais uniquement lorsqu’elle est justifiée par une indication médicale.
2. Au niveau de la population, les taux de césarienne supérieurs à 10 % ne sont pas associés à une réduction des taux de mortalité maternelle et néonatale.
(Déclaration OMS sur les taux de césarienne, 2015)
“In conclusione non esistono evidenze attendibili che dimostrino un effetto benefico della libera o sistematica applicazione dell’episiotomia, ma ci sono chiare evidenze che può causare danni.”
(OMS: Safe motherhood, Care in normal birth) 

UN’OSTETRICIA PIÙ SICURA: MODELLO PORTOGALLO O SVEZIA?

La pianificazione prevede di concentrare un più elevato numero di parti per avere la “massa critica” che permette di migliorare la sicurezza grazie al sistema del primariato, un corpo medico più qualificato e un’organizzazione adeguata per affrontare le emergenze. Un principio giusto, che vale per molte specializzazioni e anche per i casi patologici in ostetricia. Ma per le grandi maternità di Sorengo e Locarno non è però previsto di avere sotto lo stesso tetto anche le cure intense e la neonatologia altamente specializzata (che è prevista a Bellinzona). Rimane così il rischio di pericolosi trasferimenti e traumatiche separazioni fra mamme e neonati.  

Per giustificare la concentrazione si cita ad esempio il modello del Portogallo, che grazie alla “massa critica” ha ridotto i tassi di mortalità neonatale. Converrebbe però esaminare anche i modelli scandinavi che vantano tassi altrettanto bassi, ma anche indicatori di qualità nettamente migliori. Ad esempio la Svezia, dove è pure avvenuta una certa concentrazione dei parti nei grandi centri, ma dove tutte le gravidanze e i parti normali sono gestiti solo da levatrici che fanno appello ai medici unicamente in caso di rischio o di complicazioni.

EUROPEAN PERINATAL HEALTH REPORT (EURO-PERISTAT)
Health and Care of Pregnant Women and Babies in Europe in 2010

Parti 2010

% di cesarei

% episiotomie

% parti strumentali

Portogallo

36.3

72.9

14.9

Svezia

17.1

6.6

7.6

Le isterectomie ogni 1000 donne praticate in seguito a emorragia postparto sono 0,7 in Portogallo e 0,1 in Svezia e la % di nati con peso inferiore ai 2500g alla nascita è di 8,3% in Portogallo e di 4,4% in Svezia.

UN’OSTETRICIA BASATA SULLE EVIDENZE SCIENTIFICHE?

Siccome la maternità non è una malattia, l’OMS raccomanda di non interferire nel processo naturale di un parto normale. Perciò il sistema sanitario pubblico dovrebbe distinguere i casi a rischio e con complicazioni, che richiedono un intervento medico qualificato, dai casi normali (la grande maggioranza). Per questi ultimi le più recenti evidenze scientifiche indicano che gli esiti migliori per la salute psico-fisica di mamma e neonato (a parità di sicurezza!) si ottengono mediante l’accompagnamento one-to-one per tutta la maternità da parte di una levatrice di fiducia, e con un parto fisiologico in condizioni di intimità (a domicilio, in una casa della nascita o in un’unità ospedaliera gestita da levatrici).
Logica conseguenza per il Ticino: in prospettiva, la qualità di almeno 1000 (o forse anche più) dei ca. 3000 parti cantonali, ci guadagnerebbe se non fossero più medicalizzati. Ciononostante i progetti della pianificazione non prevedono il ripristino della levatrice aggiunta e la creazione di reparti ospedalieri e/o case nascita adiacenti, gestiti solo da levatrici.

Fonti:
1) Linee guida sulla scelta del luogo per il parto, emanate nel dicembre 2014 dal NICE (l'Istituto nazionale per la salute e l'eccellenza clinica del Regno Unito, il più prestigioso al mondo insieme a quello americano) https://www.nice.org.uk/guidance/cg190/chapter/1-recommendations#place-of-birth. Confermano i risultati dello studio del dottor Borel (pediatra) sugli esiti per le case della nascita della Svizzera romanda http://www.naissance-zoe.ch/documents/Etude_Borel.pdf).
2) Revisione della Cochrane Collaboration di 15 studi comprendenti 17674 casi, con confronto fra cure ostetriche gestite da levatrici e modello di assistenza medica convenzionale (aprile 2016) http://www.cochrane.org/CD004667/PREG_midwife-led-continuity-models-care-compared-other-models-care-women-during-pregnancy-birth-and-early.
3) la serie di studi sulla Midwifery pubblicati nel novembre 2013 dalla rivista The Lancet e basati sulla revisione e sintesi di centinaia di studi e ricerche  http://nascerebene.ch/files/6114/3878/5478/THE_LANCET_midwifery.pdf. 

UN’OSTETRICIA MENO COSTOSA?

Senza contare il costo degli investimenti, è difficile immaginare che con il progetto di nuove grandi maternità miste pubblico-privato gestite da SA, che offrono a tutte le donne il parto medicalizzato, gli attuali tassi di costosi interventi chirurgici, anestetici e strumentali diminuiscano drasticamente.
Invece, pianificando in prospettiva un’ostetricia basata sulle evidenze scientifiche, è facile capire che a parità di sicurezza e migliorando la qualità, diminuirebbero i costi. Infatti, per un parto fisiologico non medicalizzato (a domicilio, in una casa della nascita e in parte anche in un’unità ospedaliera gestita da levatrici), comprese le visite in gravidanza e nel post parto, i costi equivalgono a circa la metà di un parto ospedaliero convenzionale e circa un terzo di un parto cesareo.
Incoraggiando il parto fisiologico non medicalizzato ci sarebbe poi anche un risparmio a lungo termine, perché si favorirebbe lo sviluppo corretto del sistema immunitario del neonato e futuro adulto perquando dovrà combatteremalattie infettive e malattie croniche non-trasmissibili che generano costi enormi per i sistemi sanitari. 

L’OSTETRICIA IN TICINO NON VA POI COSÌ MALE…

Le 6 maternità ticinesi, che sarebbero di dimensioni troppo piccole per garantire una buona sicurezza, in realtà assicurano comunque tassi di mortalità perinatale (nei primi 7 giorni) e infantile (nel primo anno di vita) inferiori alla media svizzera (dati USTAT).

2000-2014 (per 1000 nati vivi)

Mortalità perinatale

Mortalità infantile

Svizzera

7

5.6

Ticino

5.6

2.6

Secondo il direttore EOC, a causa di una presunta erosione del numero di parti nel settore pubblico a favore delle cliniche private, è necessario creare grandi maternità insieme alle cliniche per poter attirare ginecologi/ghe e primari/ie sufficientemente qualificati/e. Ma le statistiche fornite dall’USTAT dicono che fra il 2010 e il 2014 i parti EOC sono diminuiti solo dell’1,12%, invece nelle cliniche Sant Anna del 6,10% e Santa Chiara del 15,35%.
Per aumentare le nascite nelle maternità pubbliche sarebbe meglio creare dei reparti destinati al parto fisiologico, che potrebbero attirare centinaia di donne che si sentono più sicure in un ospedale, ma che desiderano partorire in modo veramente naturale in un ambiente intimo e non medicalizzato. Sapendo che nel 20-25% dei casi sarà poi comunque necessario trasferire la partoriente in un reparto medico, si attireranno forse anche ginecologi/ghe qualificati/e e aggiornati/e, che danno la priorità al benessere di madre e bambino.
La recente introduzione dell’ambulatorio per il parto fisiologico all’ospedale Civico è un piccolo segnale, ma non può certo bastare.

VOTARE NO PER PIANIFICARE UN’OSTETRICIA CONFORME AI BISOGNI DEI GENITORI

Pianificare un’ostetricia conforme alle più recenti evidenze scientifiche implica un cambio di paradigma (e di mentalità) nella cultura della nascita che ovviamente richiede una transizione di diversi anni. Ma questo non è un valido motivo per non tenerne conto già oggi.
L’Associazione Nascere Bene Ticino (ANBT), è apolitica e aconfessionale, ma in questo caso la scelta riguarda proprio i suoi scopi: permettere al maggior numero di bambini di nascere bene, offrendo alle mamme una reale possibilità di scelta fra i vari modi di partorire! Perciò avevamo comunicato le nostre proposte alle autorità politiche e sanitarie del cantone, chiedendo come minima garanzia che in ogni tipo di maternità sia comunque sempre mantenuto lo standard di qualità già raggiunto dall’EOC con la certificazione “UNICEF ospedale amico del bambino” e fosse ripristinata la figura della levatrice aggiunta: ma non siamo stati ascoltati.
Ora, per promuovere una migliore pianificazione ospedaliera nel campo dell’ostetricia, non ci rimane che dire di NO a quella in votazione il prossimo 5 giugno e dire SI all’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali”.