Pianificare una nuova ostetricia in Ticino:
sicurezza e qualità per mamme e neonati
Abbiamo sempre dubitato che la fusione delle maternità EOC di Lugano e Locarno con quelle delle cliniche Sant’Anna e Santa Chiara fosse una buona soluzione per aumentare la qualità delle cure e la sicurezza per mamme e neonati in Ticino. E anche il popolo ticinese non ci ha creduto. Ma ora com’è possibile migliorare le cose nell’ambito dell’EOC? Noi abbiamo alcune proposte concrete...
Concentrare i casi a rischio di complicazioni…
Creare grandi unità ospedaliere allo scopo di concentrare le specialità mediche per patologie complesse offre in generale molti vantaggi perché garantisce un elevato livello di specializzazione grazie al grande numero di casi (la “massa critica”). Tuttavia per l’ostetricia la questione è diversa: siccome il parto non è una malattia, occorre distinguere i casi normali dai casi a rischio (una netta minoranza) che richiedono interventi medico-specialistici. Occorre dunque concentrare questi casi di “patologia” e non tutti i parti. Lo conferma il rapporto Euro-Peristat pubblicato nel 2013, che analizza le statistiche delle cure per mamme e bebè in 29 paesi europei Svizzera compresa): “È in corso un dibattito sulla dimensione dei reparti di maternità in relazione alla qualità delle cure, tuttavia può indurre in errore se si ignora il tipo di cure offerte.” Il rapporto rivela come a parità di tasso di mortalità perinatale possono esserci enormi differenze nella qualità dell’assistenza (tassi di cesarei e episiotomie, uso di forcipe e ventosa, ecc.). “Ci sono fattori che potrebbero essere più importanti della dimensione. Ad esempio c’è una tendenza a tassi di intervento più elevati nel settore privato, indipendentemente dalla dimensione della struttura.” Ci sono poi differenze anche fra paesi che hanno maternità di grandi dimensioni, come ad esempio fra il Portogallo, spesso citato come esempio dai fautori della modifica alla LEOC, e la Svezia (v. i dettagli negli approfondimenti).
Piuttosto che un elevato numero di parti (la “massa critica”), al Ticino serve avere sotto lo stesso tetto, un’ostetricia specializzata per i casi a rischio, un reparto di cure intense e la neonatologia specializzata (già prevista a Bellinzona), così da non dover trasferire mamme e bebè in ospedali diversi o oltre San Gottardo.
…e mantenere le attuali maternità EOC per i casi normali.
Maternità piccole e grandi possono convivere in un sistema integrato, con buoni sistemi di trasferimento e almeno uno o due centri in grado di affrontare i casi più gravi. Comunque, la qualità delle nostre maternità è già piuttosto buona, anche se sono considerate “troppo piccole”. I dati USTAT mostrano negli ultimi 5 anni in Ticino un tasso di mortalità perinatale inferiore alla media svizzera! Inoltre applicano tutte le norme richieste per ottenere la certificazione UNICEF “Ospedale amico dei bambini”.
Non c’è dunque pericolo che per un parto normale le mamme scelgano il treno per Zurigo…
Se per “troppo piccole” si intende “troppo costose”, la soluzione per migliorare la qualità e ridurre gli oneri non è chiudere, bensì ispirarsi ai modelli più efficaci, come la Svezia, che offrono la possibilità di risparmiare riducendo la sovra-medicalizzazione. E in Svizzera ce n’è ancora tanta: lo rivela lo studio di Euro-Peristat: ormai solo il 34,8% dei parti in Svizzera avvengono senza un intervento medico quale: induzione, episiotomia, forcipe o ventosa.
Ripristinare la levatrice aggiunta…
Le più recenti evidenze scientifiche (sintesi di numerosi studi) citate nella letteratura medica (NICE, Cochrane, The Lancet) dimostrano che i risultati migliori per mamme e neonati, si ottengono quando tutta la maternità, parto compreso, è seguita da una levatrice di fiducia (la specialista della fisiologia) in collaborazione, secondo necessità, con il/la ginecologo/a e altre figure professionali.
Occorre dunque permettere da subito alle levatrici indipendenti che seguono una donna durante la gravidanza e nel post parto, di gestire (se richiesto dalla partoriente) anche il suo parto in ospedale, così come già avviene per i ginecologi aggiunti (ossia esterni all’l’ospedale).
…e creare delle unità gestite da levatrici.
Occorre però anche introdurre progressivamente nelle nostre maternità la possibilità di scelta per le donne a basso rischio, di partorire in un’unità gestita da levatrici che le seguano durante tutta la maternità, come proposto dalla petizione lanciata dalla Federazione Svizzera delle Levatrici (BE). Si tratta in pratica di incentivare le case della nascita (o case del parto) vicine o interne agli ospedali. I vantaggi di questa soluzione sono confermati anche dal rapporto Euro-Peristat: “Laddove piccole strutture offrono un’assistenza gestita da levatrici, per le donne a basso rischio di complicazioni -nell’ambito di un’organizzazione che prevede sistemi di trasferimento verso strutture che offrono la gamma completa di cure ostetriche in caso di complicazioni- i risultati sono positivi. Sempre più evidenze dimostrano che le unità gestite da levatrici offrono esiti simili per i neonati, combinati con meno interventi ostetrici e meno morbilità per le loro madri, in confronto alle unità che offrono solo cure dirette da medici ostetrici.”
In Svezia gli indicatori di qualità sono ottimi, conformi alle raccomandazioni dell’OMS, proprio perché anche negli ospedali a gestire gravidanze e parti normali sono sempre le levatrici. I medici intervengono solo nei casi di rischi e di complicazioni.
Per migliorare la qualità e diminuire i costi...
È dunque dimostrato che distinguendo i casi a rischio da quelli normali (non patologici) e offrendo la scelta di vivere maternità e parto accompagnati da una levatrice di fiducia che rispetti la fisiologia, a parità di sicurezza, si ottiene una maggior qualità e più soddisfazione delle donne.
Inoltre si diminuiscono nettamente i costi per il sistema sanitario in due modi. A breve termine, perché un parto normale gestito da levatrici costa circa la metà di un parto vaginale medicalizzato e un terzo di un parto cesareo. A lungo termine perché il sistema immunitario e respiratorio del neonato (e futuro adulto) si sviluppa meglio che non in caso di induzione prima del termine, oppure di cesareo, soprattutto se programmato.
...qualcosa si muove in Gran Consiglio.
Introdurre i cambiamenti che proponiamo in nome dei genitori e che propongono le levatrici, non richiede molti mezzi e nemmeno molto tempo: probabilmente meno della costruzione di nuove grandi e costose maternità semi private, com’era previsto dalla precedente pianificazione. Occorre però un cambio di mentalità e il coraggio di studiare le nuove evidenze scientifiche (sintesi di numerosi studi controllati) e di ispirarsi ai modelli di successo come quello svedese. Ci stanno provando alcuni deputati di vari partiti inoltrando degli atti parlamentari in Gran Consiglio che riprendono alcune delle proposte presentate alle autorità politiche e sanitarie del cantone dalla sezione ticinese della FSL e dalla nostra associazione. Un primo segnale da incoraggiare e sostenere.
Mozione per una pianificazione ospedaliera rispondente alle indicazioni del voto popolare (per l'ostetricia vedi punto 6.)