“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo, dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

Pianificazione ospedaliera nata vecchia?

Pianificazione ospedaliera nata vecchia?

(febbraio 2015)

La Commissione del Gran Consiglio ha messo in discussione su vari punti le proposte del Consiglio di Stato per la nuova pianificazione ospedaliera. Fra questi anche la collaborazione pubblico-privato nell’ambito dell’ostetricia. Ora il Consiglio di Stato ha deciso che il dibattito in Gran Consiglio slitta alla prossima legislatura, ed è un bene che ci sia più tempo per approfondire l’argomento.
Infatti, alla luce delle più recenti raccomandazioni e evidenze scientifiche nel campo della maternità (vedi sotto), è doveroso chiedersi se nella nuova pianificazione ospedaliera convenga davvero dare la priorità a una costosa maternità ospedaliera pubblico/privata. Oppure, se non fosse più efficace per la qualità dell’assistenza a madre e bambino (e anche più parsimonioso), inserire progressivamente nelle strutture esistenti sul territorio, dei reparti gestiti da levatrici, e/o trasformarne alcuni in case della nascita autonome non medicalizzate, gestite da levatrici e iscritte sulla lista cantonale degli ospedali, così come è previsto dalla LAMal e già attuato in altri cantoni (Geburtshäuser). Una tendenza in corso da anni nei paesi scandinavi, in Gran Bretagna e Olanda.
Una prospettiva che alle nostre latitudini può sembrare una provocazione, o un paradosso, perché anche da noi vige la convinzione (o la credenza) che il parto medicalizzato sia sempre più sicuro, invece non è così nella maggioranza dei casi normali, quelli non a rischio.

LE EVIDENZE CHE NON SI POSSONO PIÙ IGNORARE

Poiché la pianificazione ospedaliera nel nostro cantone ha per obiettivo “la qualità delle prestazioni fornite e il contenimento delle spese”, ci sembra necessario che nel campo della maternità si tenga anche conto:

  • delle linee guida per medici e responsabili della sanità, emanate a metà dicembre 2014 dal NICE (il prestigioso Istituto nazionale per la salute e l'eccellenza clinica del Regno Unito);
  • delle più aggiornate revisioni di evidenze scientifiche contenute negli studi sulla Midwifery (ostetricia, nel senso della “pratica della levatrice”), pubblicati dalla famosa rivista medica The Lancet nel giugno 2014 (per una presentazione in italiano vedi qui; per accedere agli studi di The Lancet in inglese vedi qui);
  • - delle raccomandazioni di importanti istituzioni come l’OMS e l’UNFPA, contenuto nel rapporto 2014 sulla Midwifery (v. presentazione in italiano).

Tutte queste autorevoli fonti concordano: per valutare la qualità delle cure durante il parto, oltre al rischio di mortalità della mamma e del bambino, occorre considerare anche il loro benessere e la salute psico-fisica a medio e lungo termine. Si scopre così che per le gravidanze normali, il posto più sicuro per partorire non è l’ospedale, bensì la casa della nascita o il domicilio. Si scopre che gli esiti migliori per mamma e bambino si ottengono quando tutto il percorso della maternità (parto compreso) è accompagnato da una stessa levatrice di fiducia che, secondo necessità, coordina l’intervento delle altre figure professionali (anche medici) in un lavoro di équipe multidisciplinare. In questo modo si evitano gli effetti avversi dovuti alla sovra-medicalizzazione con interventi non necessari, usati di routine, inclusa la ridotta intimità e mobilità in travaglio, l’episiotomia e il taglio cesareo.

UN MODELLO A DUE LIVELLI

Partendo dall’assunto che la maggior parte delle donne in gravidanza sono sane, anche il documento Midwifery2030 dell’OMS/UNFPA/ICM promuove modelli di cura centrati sulla donna e gestiti dalla levatrice, perché hanno dimostrato di generare i maggiori benefici per la salute e il maggior risparmio economico, rispetto ai modelli di cura medicalizzati.
Il modello prevede un sistema di primo livello, de-medicalizzato, ma professionale, offerto a tutte le donne e i neonati. Qui le cure e le strutture sono (midwife-led), gestite da levatrici, anche all’interno dei reparti di maternità ospedalieri. Questo primo livello deve poi poter contare su un sistema di secondo livello, efficiente, multidisciplinare, dotato di ginecologi e pediatri negli ospedali, per gli interventi più appropriati nei casi a rischio e in caso di complicazioni.

Un modello a due livelli che aveva già preconizzato anche l’OBSAN, l’Osservatorio Svizzero della Salute, un’istituzione pubblica che ha anche il compito di sostenere Confederazione e Cantoni nell’attività di pianificazione sanitaria. Ma fin qui non sembra che a livello federale si sia tenuto molto conto delle conclusioni contenute nel rapporto del 2007 per quello che concerne l’ostetricia https://old.nascerebene.ch/files/4313/6018/0112/Confronto_levatrici-ginecologi_Rapp._OBSAN_2007.pdf.

Infine non è più possibile ignorare che, con un sistema a due livelli, ci sarebbero meno (costosi) parti cesarei, e più parti fisiologici, grazie ai quali migliorerebbe anche la salute della popolazione a lungo termine, con relativo risparmio. A costo di ripeterci, dobbiamo ricordare che il primo immediato contatto del neonato con i microbi della vagina, della pelle e del colostro della mamma, è fondamentale per la formazione del microbioma (flora intestinale compresa), da cui dipende il corretto sviluppo del sistema immunitario che dovrà proteggerlo per tutta la vita da infezioni, allergie, malattie autoimmuni, ecc. Ne parla ampiamente il documentario scientificoMicrobirth.
Ma non solo: rispettando i meccanismi ormonali per i quali siamo biologicamente programmati, questo primo immediato contatto attiva l’attaccamento istintivo e rassicurante fra mamma e neonato (imprinting), una buona base per costruire le capacità empatiche del futuro adulto.

I NOSTRI PASSI

Come associazione che rappresenta i genitori interessati al rispetto della fisiologia nel campo della nascita (nei casi normali, non a rischio), durante la fase preparatoria della pianificazione avevamo scritto le nostre preoccupazioni al Consiglio di Stato e alle autorità sanitarie cantonali e regionali (vedi documentazione).
Una volta pubblicato il rapporto ci siamo poi anche rivolti alla Commissione speciale del Gran Consiglio che ha preso atto delle nostre richieste concrete (vedi documentazione).
Ora però ci preme anche introdurre nel dibattito le raccomandazioni e le evidenze più recenti. Così, anche in Ticino, nel delicato campo della maternità, si potranno evitare soluzioni che nascerebbero già vecchie e largamente superate, favorendo invece le scelte che privilegiano la qualità delle cure e soprattutto il benessere e la salute di mamma e bambino!