“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo, dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

La nascita di Luce

Testimonianze

LA NASCITA DI LUCE

 

La nostra piccola Luce é sdraiata sul tappeto, intenta a muoversi di qua e di là, cercando di afferrare un qualche suo gioco oppure i suoi piedini che svolazzano nell'aria. Sono già passati cinque mesi dal giorno della sua nascita ma quei momenti così pieni di emozioni e di amore sono indelebilmente presenti nella mia memoria e sono sicura che mi accompagnano con serenità nella crescita di nostra figlia.

Era una sera di fine aprile quando, dopo una visita dalla ginecologa risultata nella norma, iniziai ad avvertire dei piccoli dolorini. Verso fine gravidanza capitava spesso di sentire queste famose "contrazioni preparatorie" quindi decisi di riposare un po’ sul divano in attesa che mio marito rientrasse dal lavoro. Entrambi eravamo pronti al parto seppur mancassero ancora nove giorni alla data del termine. In ogni caso tutto il materiale necessario per la nascita in casa era già al suo posto. Da qualche settimana io entravo e uscivo dalla futura cameretta in attesa di poter tenere fra le braccia mio figlio (a quell'epoca non ne conoscevo il sesso).
Avevo preparato tutto ciò che ritenevo utile insieme alle cose che sarebbero servite alla levatrice in una borsa; la sensazione che avevo in quei giorni era quella di una mamma intenta a preparare il nido per il proprio piccolo, era stupendo.
Il desiderio di partorire in casa era principalmente mio; quasi dall’inizio della gravidanza ero decisa a voler donare al bambino una nascita più naturale possibile. Insieme a mio marito abbiamo così scelto di prendere contatto con una levatrice e passo dopo passo abbiamo intrapreso questo percorso. Non dissi quasi a nessuno di voler partorire a casa; molta gente ci chiedeva in quale ospedale o clinica saremmo andati, ma io non mi sentivo pronta a condividere questa grande decisione con tutti. Mia mamma mi sostenne fin da subito e per me contava solamente il suo parere. Lei stessa aveva partorito quattro figli in modo naturale, ma in ospedale; a quei tempi l'informazione sull'importanza del modo di partorire e di nascere era ancora minore di oggi. A mio parere nessuno meglio di lei avrebbe potuto capirmi ed aiutarmi.
Ritornando alla nostra magica sera, le contrazioni diventarono più frequenti; irradiavano anche la schiena, ma non erano insopportabili. Decidemmo di chiamare la levatrice che mi disse di provare a fare il famoso bagno per valutare se queste contrazioni erano quelle vere o solo di preparazione. Il bagno non fece cessare i dolorini e con mia grande sorpresa, proprio mentre mi alzai per uscire dalla vasca, persi il liquido amniotico direttamente nell'acqua. A quel punto sia io che mio marito diventammo consapevoli che il momento tanto atteso era arrivato.
La levatrice arrivò poco dopo e ci trasferimmo nella nostra camera. I dolori andavano e venivano come delle onde, ma io sentivo di sopportarli benissimo e di far parte di questo mare che mi invadeva sempre di più. Finché circa trenta minuti dopo, iniziai ad avvertire un grande desiderio di spingere e lo comunicai alla lavatrice. Lei sorpresa preferì farmi un controllo e il suo commento fu: "eh si, sei già dilatata a 10 cm, puoi spingere quanto vuoi". Durante le spinte non sentii più alcun dolore, respiravo e riprendevo forza nelle pause, mentre le due levatrici con la loro professionalità e bravura mi lasciavano tranquilla e libera di fare ciò che volevo. Ricordo con piacere quanto sentissi forte la loro presenza, anche se non le sentivo parlare. Il rapporto instaurato durante tutta la gravidanza mi permise di sentire una grande fiducia in loro.
Mio marito si trovava in sala, non gli avevo mai imposto di essere vicino a me durante il parto; avevamo deciso insieme che ci sarebbe stato solo se glielo avessi chiesto o se lui lo desiderava. In quei momenti le levatrici mi davano il sostegno di cui avevo bisogno. Quando iniziò a comparire la sua testolina con i capelli scuri le levatrici chiamarono il futuro papà il quale si mise dietro di loro per seguire la fase espulsiva del bebè. Da quel momento in due spinte la bimba uscì ed io esplosi in un pianto misto di gioia e sfogo. Quella sensazione stupenda é l’emozione più forte che abbia mai provato in tutta la mia vita. Nel frattempo le levatrici si occuparono della piccola e me la misero subito sul ventre. Per la prima volta i nostri occhi si incontrarono ed io m'innamorai di lei, era così calda, morbida e bella. Le proposi subito il mio seno e lei afferrò il capezzolo come se lo conoscesse da sempre. Ho tuttora nitida l'immagine di noi tre felicemente insieme. Dopo circa mezz'ora ci fu l'espulsione della placenta, il papà allora tagliò il cordone ombelicale. Il compito di seppellire la placenta toccava a lui, decidemmo di metterla vicino a casa, sotto l'albero dove andavo a rilassarmi durante la gravidanza.

Così è venuta al mondo la nostra piccola Luce e noi serbiamo nel cuore questi momenti come i più sereni e importanti. Speriamo che la nostra testimonianza possa aiutare futuri genitori a capire che il parto in casa è qualche cosa di possibile, nonostante la gente comune e i medici ne parlino poco. La casa è il posto  più tranquillo e intimo di ogni persona. Noi abbiamo scelto questo luogo come nido per dare al mondo la nostra bambina e tuttora siamo convinti che sia stata la scelta migliore sia per noi che per lei.

 

Luana, infermiera