“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo, dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

Parti cesarei difficili da dimenticare

Testimonianze

PARTI CESAREI DIFFICILI DA DIMENTICARE

 

Dopo la mia prima gravidanza serena e senza problemi mi auguravo un parto che rispettasse questo evento unico e misterioso.

Avevo letto tanto, dai parti in acque gelide in Russia a come si nasceva dagli Aztechi, dalla minestra al pollo cotta 100 giorni per ridare energie alle mamme dopo il parto in Cina, a Mamatoto... Desideravo semplicemente poter essere a casa e ben accompagnata da donne esperte e gentili. Avendo viaggiato e vissuto in cosiddetti paesi in via di sviluppo mi sembrava una cosa fattibile anche per un’europea come me. Purtroppo non avevo né mamma né zie o nonne a disposizione. Allora mi ero messa a cercare persone disposte e adatte per starmi vicine in un momento così speciale e atteso con enorme gioia...(avevo già 37 anni).

 

Non ci sono riuscita, era 15 anni fa, e mia figlia è nata all’ospedale con un taglio cesareo e con tutto ciò che ne consegue, perché dopo 13 ore di travaglio il medico e il papà non mi ritenevano più capace di partorire, stanchi e stufi d'aspettare.

La bambina è nata bella e sana e così nessuno poté capire perché non stavo bene, né fisicamente né emotivamente. Le punture (si, erano ben tre, finché funzionassero) per l'anestesia epidurale e il taglio sulla pancia mi hanno provocato forti dolori alla schiena, mai avuti prima e che tornano ogni tanto ancora adesso.

Ma la cosa più difficile è che sento una specie di frustrazione di non essere stata capace di dare la vita (argomento molto contestato nel mio entourage), eppure vero per me, che poi tre anni dopo si è ripetuta perché la cicatrice nella parete dell’utero con la dilatazione della seconda gravidanza era diventata troppo sottile, e dunque un secondo taglio cesareo sembrava indicato.

 

Ho due figli sani e ne sono felice.

"Cosa vuoi di più, di che cosa ti lamenti?" sono i commenti che sento quando oso toccare l'argomento. Ma la mia esperienza è stata deludente ed è difficile da "smaltire". Spero che parlarne possa almeno essere utile a qualche futura mamma per poter vivere meglio la nascita dei suoi figli, sarà almeno servita a quello.

Sono felice di vedere che le cose anche in Ticino cominciano a cambiare e, se potessi, ricomincerei e farei tutto in modo molto diverso.

 

Secondo me è importante stare accanto alle donne incinte, proteggerle delle ansie diffuse sui dolori e i pericoli, ridar loro fiducia nell’atto più ancestrale che esista, assistite e accompagnate da donne esperte.

Ripeto, donne, perché non conosco atto più femminile del partorire. E perché, in fondo, i maschi assistendoci non si sentono proprio al loro agio.

Il loro vero ruolo da sempre, mi sembra, è di proteggere il luogo in modo che tutto possa svolgersi nell’intimità in modo pacifico e sereno.

 

Cornelia, fisioterapista e tanto altro