“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo, dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

Il parto di Uma in una casa della nascita

Testimonianze

IL PARTO DI UMA IN CASA DELLA NASCITA

Da quando ho saputo che sarei diventata mamma, ho anche saputo che non avrei voluto partorire in ospedale. Le opzioni per me erano un parto in casa o in una casa della nascita.
Per Baptiste, il futuro papà, figlio di un’infermiera francese in carriera, la « sicurezza » dell'ospedale sembrava in quel momento essere indispensabile.
Al sesto mese circa, siamo andati a visitare la casa della nascita di Bäretswil, che avevo già in precedenza conosciuto tramite un'amica che proprio lì aveva dato alla luce il suo piccino. Ci era piaciuta tantissimo.
Il futuro papà si é detto, ma a vedere questo posto, tanto vale partorire in casa!
Stupita e sorpresa di questo netto cambio di decisione mi son messa alla ricerca di una levatrice che sarebbe venuta da noi. Poi sapevo di volere l'acqua, ma installare una di quelle vasche che si possono noleggiare sembrava difficile… così per finire ci siamo decisi per la casa della nascita di Bäretswil.

Da quel momento in poi andavamo lì per i controlli, e ogni volta ci accoglievano altre levatrici, una più in gamba dell'altra, ed ogni volta rientrando ci dicevamo che anche con quella avremmo avuto piena fiducia per partorire.
Il termine calcolato si situava tra l'8 il 17 gennaio. Se il travaglio fosse però iniziato prima, ci avrebbero comunque accolti alla casa della nascita a partire dal 23 dicembre. Uma sarebbe quindi potuta diventare un «bambino Gesù».

Il viaggio a Marseilles, giusto prima di Natale, è stato un po’ una follia, è stato bello, ma le contrazioni dovute al viaggio mi preoccupavano un po’, e mi sono accorta che non avrei per niente voluto partorire in un ospedale francese (case di nascita in Francia ce ne sono 2...) e di levatrici che vengono in casa non se ne parla affatto.

foto2.jpgE finalmente arriva l'8 gennaio; gli sms e le chiamate si facevano più frequenti... Le giornate passavano lente… è stata una lunga attesa. Io ero in forma, andavamo in giro ancora quasi tutte le sere, vedevamo amici, e ogni volta che si fissava un appuntamento con qualcuno bisognava dire: “però può essere che dobbiamo disdire all'ultimo momento”, e ogni sera ci dicevamo, forse è l'ultima che passiamo stare tranquilli in due? 
Andavo a camminare tutti i giorni nel bosco, almeno un‘ora, sentivo come l’utero lavorava e mi chiedevo: saranno già contrazioni? Quando sentivo perdite, mi chiedevo: sto forse perdendo le acque? No, le acque le ho poi perse solo all’ultimo momento, le levatrici non sapevano nemmeno quando esattamente…

Una domenica sera, tornando dalla passeggiata nel bosco ho detto a Baptiste: “penso che stiano cominciando le vere contrazioni”. Poi ho fatto un bel bagno e verso mezzanotte erano regolari, ogni 5 minuti, e così siamo partiti per la casa della nascita, in una nebbia fittissima!

Mi hanno controllata e poi ci hanno mandati a letto : “andate a riposarvi”, ora so perché… Non sono riuscita a chiuder occhio, le contrazioni erano diminuite un pò, ma non abbastanza per poter dormire.
Alle 8 ci hanno mandati a fare colazione, poi un bagno; cominciavo ad esser stanca, non avevo nemmeno più tanta voglia di questo tanto sospirato bagno. Dopo 10 minuti ne sono uscita e ho dormicchiato un po’ lì accanto, mentre Baptiste se l’è goduto! Per fortuna, se no avrei avuto dei sensi di colpa per lo spreco di tutta quell’acqua calda.

A pranzo sono riuscita a mangiare abbastanza bene, qualche boccone tra ogni contrazione, poi ci hanno rimandati a casa. È stata una buona idea, cambiare aria, perché è vero che ad aspettare lì, dopo un pò ci si annoia, le ore sono lunghe.

Verso sera un altro bel bagno. Baptiste aveva cucinato, davvero non sapevo più come avrei mangiato, le contrazioni erano più forti… Sentendomi meglio nell’acqua il mio bravo compagno mi ha servito la cena in bagno, e fu così che, tra una contrazione e l’altra ci siamo “goduti” la nostra ultima cena in due.

foto3.jpg

Non volevamo più partire inutilmente, così abbiamo di nuovo aspettato mezzanotte, ma poi siamo ripartiti per la casa della nascita.
Il risultato del controllo era: dilatazione a 2 cm. Per fortuna poi la dilatazione è aumentata rapidamente, ma in un primo momento abbiamo fatto i calcoli: 30 ore di contrazioni per 2 centimetri, quante ore ci volevano ancora per i prossimi 8???
Ero già sfinita, ci hanno rimandati a letto, ma di dormire se ne parla ancora meno della sera prima….
Alle 5 però hanno rimesso l’acqua in vasca e ho potuto entrare, così le contrazioni diventavano più sopportabili, la levatrice passava di tanto in tanto, se avessimo avuto bisogno sarebbe venuta subito, però per la fase di dilatazione ormai non poteva fare molto. Alle 8 c’è poi stato il cambio di levatrice, e da lì è andato tutto molto veloce,  non mi sono più resa conto delle ultime 3 ore passate fino alla nascita di Uma; ero esausta, era come correre una maratona dopo aver appena raggiunto il traguardo di quella precedente. Ma il corpo è preparato a questo e fa poi quasi tutto da solo.

Uma è poi nata a terra; l’ostetrica mi aveva proposto di uscire dall’acqua per la fase di espulsione, quando si era accorta che in acqua ero probabilmente troppo rilassata.
Aveva il cordone attorno al collo, ed è nata guardando in su (guardando le stelle, in tedesco “Sterngugkerin”). Mi hanno fatto 4 punti di sutura mentre Uma già si attaccava al seno. Era ora di pranzo, ci hanno portato il pasto a letto, dopo di che Uma è stata pesata e misurata.
Dopo questa prima visita ci siamo fatti una bella dormita, felici e contenti tutti e tre. Grati per aver potuto vivere la nascita di Uma in una casa della nascita, che ci ha garantito il completo rispetto dei nostri ritmi!

Ursina