Testimonianze
LA NASCITA DI SHANTI (IN OSPEDALE)
….guardo la mia piccola Shanti che dorme….incredibile…solo tre mesi fa era dentro di me…
In questi tre mesi ogni tanto, tra una poppata, un massaggio, un sonnellino, un cambio di pannolini e mille sorrisi fatti e ricevuti, come dei flash, mi si ripropongono alla mente alcune immagini legate all’evento straordinario della sua venuta al mondo.
La mattina di domenica 19 maggio, dopo un’ennesima notte quasi insonne dove forse la posizione più comoda era appesa al soffitto per le gambe!!!!...., mi alzo. Mio marito Alon è già in piedi, anche lui compartecipa all’insonnia e si mette a guardare delle cose al computer…Vado in bagno e…vedo qualche goccina rosa….CI SIAMO! Dentro di me scende la consapevolezza che sta per iniziare la fase finale del lungo, emozionante, irripetibile viaggio della gravidanza e che tra poche ore potro’ finalmente abbracciare la nostra piccola Shanti, vedere i suoi occhi e conoscere la sua anima.
Dico ad alta voce: “o- oh!”….dopo qualche secondo Alon mi dice: “metto i pantaloni?!”, vado da lui e mi sorride, con quel suo sguardo luminoso e rassicurante, ci abbracciamo forte, pronti a quello che sta per succedere, e uniti.
Quella domenica si celebra il compleanno del mio papà (futuro nonno Gennaro) e il programma prevede un pranzo al ristorante…che fare? Stare a casa o aspettare che qualcosa di più evidente si manifesti? La mia levatrice Anna so che sta riposando per la notte in ospedale e allora chiamo Nina (di riferimento per urgenze) che mi dice di andare pure a festeggiare se non sento nulla di importante e che da lì al parto ci sarebbe potuto volere ancora un po’ di tempo.
Ci vestiamo e partiamo. All’annuncio dell’imminenza del parto mia mamma (nonna Mariangela) ha quasi uno svenimento…dentro di me invece si fa strada una serenità, una tranquillità e una determinazione che raramente ho sentito…Festeggiamo il compleanno coi miei genitori e la mia nonna Gina che sta per diventare Bis nonna! Tutto è gioioso, io ho qualche doloretto ma mi faccio comunque una bella mangiata!...Nell’aria si respira qualcosa di speciale, particolare, l’attesa di qualcosa di importante che sta per accadere, un regalo grandissimo anche per il compleanno del mio papà…
Al pomeriggio torniamo a casa, mi sento un po’ stanca e poi sento che i dolori al basso ventre stanno cominciando ad aumentare di frequenza.
Alla sera mi faccio un bel bagno e mi rilasso, nel frattempo sento Anna e ci accordiamo sul da farsi. Ci sarebbe piaciuto fare una parte di travaglio a casa prima del parto che abbiamo scelto di fare in ospedale, ma la nostra ubicazione (abitiamo a Gandria sul lago, con 150 scalini in salita da fare) ci suggerito di valutare la situazione al momento e di non aspettare troppo per andare in ospedale. Rimaniamo che se succede qualcosa la notte l’avrei chiamata e lei sarebbe venuta a casa a valutare se partire subito o rimanere in casa per un po’.
Mi metto a letto ma…niente da fare…non riesco a chiudere occhio! I dolori delle contrazioni sono abbastanza regolari e, quando arrivano, comincio a praticare la respirazione sapientemente insegnatami dalla mia maestra di yoga Daniela, che fino a due giorni prima mi ha preparato con cura a questo importante appuntamento. Nel cuore della notte mi alzo a fare un bagno e doccia caldi…riesco a riposare poco.
Intorno alle 7 chiamo di nuovo Anna, le contrazioni ora sono regolari ogni 7/8 minuti, dopo la notte in ospedale la poverina viene a visitarmi (gambe in spalla: strada, gradini a scendere e a salire! Che cara…). Io sono un po’ sconvolta dalla notte ma…ho comunque appetito! Faccio una bella colazione e, arrivata Anna, valutiamo che la situazione è abbastanza avanti ma che si puo’ aspettare ancora qualche ora. Rimaniamo quindi che lei andrà a riposare un po’ e che ci si vedrà più tardi in ospedale.
Intorno alle 12 decidiamo di partire, le contrazioni sono costanti e regolari ma non ancora così forti: posso affrontare la salita a gradini fino alla macchina!!...lentamente, un gradino alla volta e aggrappata al braccio solido di Alon. È fine maggio…ma che giornata fredda!
In ospedale avendo già contrazioni regolari all’incirca ogni 5 minuti mi mandano subito in sala parto dove mi fanno le prime valutazioni del caso…Io e Alon cominciamo ad ambientarci, da casa abbiamo portato coperta, candele e la musica di Snatam Kaur …il personale dell’ospedale è gentile e accogliente.
La levatrice di turno Claudia mi fa addirittura un massaggio alla schiena per lenire il dolore e poi per aiutare il procedere delle contrazioni, intanto guardo Alon ed esclamo: “ma devo partorire o sono in un centro benessere??!”…che piacere quel massaggio…che angeli si incontrano!…
Nel tardo pomeriggio la situazione ancora non si sblocca, le contrazioni ci sono, ma non sono quelle vere!....io continuo ad ogni contrazione ad allenare la mia respirazione e devo dire che ho una bella tenuta, anche Alon mi dice: “che brava che sei, non urli come si pensa succeda in queste circostanze!” (...aspetta a dirlo…)
Ci trasferiscono in reparto, comincio ad essere un po’ stanca della situazione…non saranno quelle vere, ma fanno comunque male queste contrazioni! Poi da così tante ore!...Mi viene un’idea, è una giusta intuizione: faccio yoga! La mia maestra ricordo che mi ha mostrato delle posizioni per incanalare il bambino. Mi alzo a fatica e vado sotto la doccia calda. Alon dorme un po’, io comincio a praticare…non è così semplice ma fare questo mi aiuta a concentrarmi e fa crescere dentro di me un senso di potere e di presenza. Dopo 10 minuti di pratica le contrazioni cominciano a intensificarsi…mi sa che Shanti, richiamata dagli stimoli dello yoga, sta iniziando la sua discesa!!!
Chiedo a Claudia di poter scendere in sala parto con la vasca e lei ci accompagna… adesso il dolore comincia ad essere intenso e travolgente…non si scherza più! Dalla mia bocca cominciano ad uscire dei suoni primordiali, lamenti che somigliano a canti primitivi…quasi non riconosco la mia voce…
Appena entro in vasca sento come uno scoppio dentro la mia pancia e una fuoriuscita di liquido caldo…ho rotto le acque! Alon va a chiamare qualcuno e appena apre la porta…ecco il mio Angelo! Arriva Anna con un tempismo perfetto!
Io sono un po’ preoccupata, la ginecologa che mi visita mi dice che sono dilatata solo 3 cm e che più o meno di solito la dilatazione avviene un cm all’ora…cosa significa, che ci vorranno 7 ore per arrivare in fondo??? non ce la posso fare!!!!....Alon chiede ad Anna e lei mi rassicura: in poche ore la bimba sarà nata!
Da qui in poi i miei ricordi cominciano ad affievolirsi…lasciando spazio solo a impressioni, sensazioni, emozioni….posso dire che quello che mi è rimasto piu’ vivido è la sensazione di essere travolta da una potenza sovraumana che ha piegato inesorabilmente e senza condizioni il mio volere e verso la quale non ho potuto che arrendermi completamente. Il dolore prima, intenso, acuto, ritmico, profondo…le mie urla che uscivano senza poterle trattenere (e meno male che non avevo urlato finora!!!) ad accompagnare le lunghe ondate che riempivano il mio ventre e ogni cellula del mio corpo. Poi le spinte così prorompenti, che mi facevano aggrappare con tutta la mia forza a un lenzuolo che, grazie a Dio, le levatrici mi avevano proposto per aiutarmi.....Solo immagini come istantanee scollegate le une dalle altre: la dolcezza della voce di Anna che mi dice: “Dai Elisa sei bravissima adesso esce, ancora un pochino!” e la sua calma rassicurante; la premura del mio Alon che cercava in tutti i modi di farmi stare comoda, che mi sussurrava dolci parole incoraggianti nell’orecchio e che mi teneva le braccia unendo la sua forza alla mia; il silenzioso rispetto delle persone presenti: la levatrice Claudia e la mia Ginecologa che mi seguono e assecondano nella ricerca della posizione che sento più comoda ….alla fine mi metto in piedi e mi appoggio al letto…Non so quante spinte, forse 5 o 6, la sua testina si sente e si vede ma è furbetta: scende un po’ e poi ritorna su…e poi…
la spinta finale!
Come un piccolo pesciolino a cui viene restituita la libertà, la mia piccola Shanti sguscia fuori dal mio ventre, dimora calda e sicura per nove lunghi mesi… Sento un lago sotto di me e mi accascio a terra, sento la ginecolga che dice che il cordone è corto quindi di rimanere per terra….così, entrambe, prive di qualsiasi cosa, ci troviamo sdraiate a terra, completamente nude e totalmente travolte dall’energia della natura. È avvenuto IL NOSTRO PRIMO INCONTRO.
Sensazioni…odori…il peso del suo piccolo corpo sul mio, la scivolosità della sua pelle, il calore emanato dal suo corpo…il sollievo del dolore scomparso, l’ebbrezza della fine di un’esperienza totalizzante…
Me la ritrovo lì sul mio seno, lei piange un pochino poi si guarda intorno e si mette subito il dito in bocca….Alon vuole immortalare questo momento con una foto…
Nascita di una figlia, nascita di una madre.
Elisa, direttice di asilo-nido